mercoledì 12 novembre 2014

Tempistiche della procedura di pignoramento di un immobile da una Banca

Come prima cosa dobbiamo precisare che secondo l’art. 40 del TUB (testo unico bancario) fino a 180 giorni dal mancato pagamento della rata, la banca può solo richiederne il pagamento con gli interessi di mora, scaduti i 180 giorni la banca può chiedere la decadenza del beneficio del termine (cioè la perdita da parte del debitore del diritto alla rateizzazione del debito) e la banca può intimare l’immediato versamento di tutto l’importo dovuto entro tot. giorni. Per importo dovuto si intende l’intero capitale residuo del mutuo più gli interessi maturati più gli interessi di mora e spese. Dopodichè la banca procede con il decreto ingiuntivo che le serve per poter poi procedere con il pignoramento, in genere vale 10 anni e ci sono 40 giorni di tempo per potersi opporre, trascorsi i quali il titolo esecutivo è inapellabile, a questo punto procederà con la notifica dell’ atto di precetto che da al debitore gli ultimi 10 giorni di tempo per saldare il debito, allo scadere del decimo giorno il giudice è autorizzato a pignorare. L’atto di precetto vale 90 giorni ed entro questo lasso di tempo deve essere eseguito il pignoramento altrimenti va rinotificato l’atto.

che con il pignoramento non si perde la proprietà dell’immobile e solitamente nemmeno il possesso, ma se ne perde la disponibilità in pratica non sarà possibile fare nessun atto che possa sottrarre i beni alla garanzia del credito, sarà ancora possibile però abitare e cercare di vendere l’immobile cercando magari un’accordo con la banca per un saldo e stralcio complessivo dei debiti prima che l’immobile vada all’asta. Dopo il pignoramento c’è ancora un po’ di tempo prima che l’immobile vada all’asta, il tribunale ha 90 giorni di tempo per fissare l’istanza di vendita, entro 120 giorni prorogabili di altri 120 deve essere depositata tutta le certificazione ipocatastale. Dopo che il tribunale ha ricevuto tutta la documentazione il giudice ha 30 giorni di tempo per nominare il perito che farà la valutazione dell’immobile per stabilirne la base d’asta. Prima che il giudice pronunci l’istanza con la quale viene stabilita la data ed il prezzo di vendita dell’immobile, è possibile richiedere la conversione del pignoramento cioè l’ultima possibilità per il debitore di sostituire all’immobile pignorato una somma di denaro che copra il debito e tutte le spese sostenute fino a quel momento, per il versamento della somma può anche essere chiesta la rateizzazione per un massimo di 18 mensilità. Nel caso non venga chiesta la conversione del pignoramento il giudice procede con l’ordinanza di vendita stabilendo prezzo e data dell’asta che visti i tempi burocratici avverrà dopo ca. 2 anni dal pignoramento. Qualora la prima asta vada deserta si continueranno a fissare date ribassando ogni volta la base d’asta finchè non verrà venduto l’immobile.
Il consiglio è di cercare in tutti i modi di evitare che l’immobile vada all’asta. Perché?
Perché il rischio è che molto spesso  con il ricavato della vendita non si riesca a coprire tutto il debito residuo, gli interessi legali, di mora e tutte le spese per la procedura di pignoramento e vendita all’asta e di rimanere comunque debitori nei confronti della banca, che per rientrare completamente del credito potrebbe procedere con ulteriori pignoramenti. Pertanto è preferibile cercare di vendere l’immobile anche ad un prezzo inferiore a quello di mercato proponendo poi alla banca un saldo e stralcio, evitando così di dover pagare anche tutti gli oneri per la procedura di pignoramento e vendita all’asta.

venerdì 26 settembre 2014

Con Caseipotecate.it un aiuto per non essere travolti dalla crisi economica e immobiliare. Contattarci per una consulenza gratuita non costa nulla! Guarda il video

La professionalità

La Professionalità. Che cos’è la professionalità? In quest’ ultimo periodo sento menzionare spesso questo termine, magari chi lo usa pensa che possa essere un’ ottima panacea alla crisi.
“Noi facciamo le cose con professionalità….”
Ma se non si va nel merito del contenuto e se non si sanno esprimere le oggettività che poi qualificheranno l’ attributo “professionale”, mi chiedo perché riempirsi la bocca con questa parola?
Ma, poi, che cosa significa dire: “noi siamo professionali.”
Nella realtà dovrebbe essere una attribuzione fatta da un terzo che qualifica il nostro operato.
Non sta certo al professionista usare tale parola come sintesi di contenuti oggettivi. La cosa scandalosa è l’abuso di tale termine, abuso fatto proprio da coloro che non si adoperano per essere considerati “professionali”.
Oltretutto è raro trovare persone che si soffermano a chiedere spiegazioni nel merito.

Se tutti ci soffermassimo ad ascoltare coloro che dicono di fare la propria attività lavorativa con professionalità chiedendogli subito dopo tale affermazione, di spiegare che cosa intendono nel concreto per professionalità, verrebbero fuori delle spiegazioni spesso professionalmente inconcludenti ed anche divertenti. L’invito pertanto è quello di chiedere agli abusivi del termine “con professionalità” di motivare la propria professionalità, affinchè si possa sostituire  “l’ apparire” con “il fare”!

Assumiamo a Napoli

Si selezionano candidature entro il 10 Ottobre per prossime assunzioni per maggiori dettagli cliccate sul seguente link:
http://www.caseipotecate.it/lavora.php


martedì 22 aprile 2014

NON ESISTE VALORE SENZA TEMPO

Quante volte avete sentito dire il mio immobile vale XXX, però adesso non si vende.
Nello svolgimento della nostra attività, è diventata una frase di rito. In questo periodo, poi, di estrema tensione economica/sociale incontriamo sempre più spesso persone con problemi economici, proprietarie di un immobile gravato da debiti non pagati.
E’ evidente che nella maggioranza dei casi l’aspetto olistico inteso come fattore esterno all’individuo è quello che sta portando tante persone ad avere problemi economici. Ciononostante, soprattutto per i casi economicamente più critici, dagli studi effettuati è emerso un comportamento comune alla quasi totalità degli individui presi a campione, con condizioni di disagio economico rilevante.
Verificato lo stato economico e patrimoniale con i soggetti interessati e dopo aver effettuato una analisi attenta e rigorosa delle soluzioni, oltretutto condivisa e ritenuta da tutti come unica possibilità per risolvere i problemi economici, gli stessi soggetti aspettano, spostando in avanti qualsiasi decisione, perché fossilizzati da un concetto di VALORE che hanno, che non corrisponde con la realtà del mercato. Così si trovano di fatto a non prendere alcuna decisione, diventando prede del proprio umore negativo, non riuscendo a fare nessuna azione, se non quella di alimentare il proprio percorso negativo, aggiungendo il peggio al male che già vivono. Nel frattempo, però, inesorabilmente il TEMPO continua la sua corsa, mutando ulteriormente il “VALORE” e le potenzialità di vendita. Il TEMPO, in questo caso ha solo peggiorato quell’ idea di VALORE prettamente soggettiva del cliente, portandolo oggettivamente in una situazione patrimoniale peggiorativa.
Il concetto di VALORE è legato indissolubilmente al TEMPO.
Pertanto il VALORE ha nel suo DNA il concetto di dinamicità, di un qualcosa che cambia, che muta col tempo. Ma tale condizione per l’ immobile non è accettata.